mercoledì 22 giugno 2016

ViKiLab Gonnesa Enzo il Pescatore








ViKiLab Gonnesa

Enzo, il pescatore.
Il diciotto aprile abbiamo fatto i registi.

Attrezzati di microfono, videocamera e treppiedi, siamo andati a Portopaglia per intervistare un pescatore.
Era una bella giornata di sole e la casa di Sig. Enzo stava proprio sulla spiaggia.
Con un bel sorriso ci ha accolto nella sua veranda all’aperto, vedevamo il mare e sentivamo il suo profumo però, poco dopo siamo dovuti entrare in casa perché il rumore delle onde mosse dal vento ci impediva di sentire il suo racconto. La casa era umile, con pochi arredi  e tantissimi attrezzi per la pesca.

Sig. Enzo ci ha raccontato come era la sua vita e il suo lavoro : ha iniziato a lavorare fin da piccolo (aveva 6 o 7 anni). In quel periodo usciva in barca con suo padre per andare  a pescare e per lui era come un gioco. 

Osservando suo padre che armeggiava con le reti, ha imparato i trucchi del mestiere e si è appassionato alla pesca. 

Allora non si rendeva conto di quanto fosse faticoso  e così ha deciso che da grande sarebbe stato anche lui un pescatore. 

Suo padre gli diceva che non era un lavoro facile, che non si guadagnava abbastanza e che forse avrebbe fatto meglio a scegliere un altro mestiere, però l’amore per il mare  era talmente grande che, appena ne ha avuto la possibilità, ha comprato una barca e ha iniziato l’attività di pesca in proprio.

In quel periodo il mare era ricco di pesci : aragoste, astici, polpi, seppie e merluzzi.

Lui praticava la pesca con le reti come suo padre, però usava anche le nasse e la pesca a traina con le canne, così riusciva a pescare anche dentici e ricciole.

Era una vita molto faticosa: tutti i pomeriggi doveva uscire in mare per gettare le reti e ogni mattina all’alba doveva andare riprenderle. 

Ma il lavoro non finiva lì, una volta rientrato in porto doveva smagliare le reti per liberare i pesci che erano rimasti impigliati e poi doveva ripiegarle per rimetterle in mare al pomeriggio e così ogni santo giorno.

Mentre ci raccontava queste cose gli brillavano gli occhi, il ricordo di suo padre e della sua giovinezza trascorsa in mare insieme a lui….
Quando ha iniziato a parlare , abbiamo capito subito che era un po’ timido , infatti il suo tono di voce era  basso  e tremolante. 

Era difficile capire le sue parole che, alle volte, venivano coperte dal rumore delle onde del mare. Nel guardarlo ci è venuto subito  in mente che non era tanto giovane, le sue rughe  attiravano la nostra attenzione.

Aveva i capelli brizzolati, coperti da un cappello blu che gli oscurava i grandi occhi scuri. Le sue grosse sopracciglia nere incorniciavano il suo viso sereno.

Anche il suo mento era rugoso.  

Le sue guance, invece, sembravano soffici. Guardavamo spesso le sue mani, erano grandi e rugose, si vedeva che erano segnate dal suo lavoro come aggiustare le reti, le nasse  e gli altri attrezzi di lavoro. 

I suoi abiti ricordavano i colori del mare. 

La maglietta   blu come l’acqua  e i pantaloni verdi.


Quando è finita l’intervista, ci ha accompagnato a visitare le vecchie tonnare che adesso sono state ristrutturate ed ospitano un ristorante. 

All’esterno, abbiamo fatto altre riprese con la telecamera   cercando di inquadrare le cose che ci sembravano più belle e importanti, e abbiamo continuato a registrare i suoi racconti. 

Sig. Enzo e’ stato molto gentile e conoscerlo è stato un piacere.

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