ViKiLab Gonnesa
Enzo, il pescatore.
Il diciotto aprile
abbiamo fatto i registi.
Attrezzati di
microfono, videocamera e treppiedi, siamo andati a Portopaglia per intervistare
un pescatore.
Era una bella giornata
di sole e la casa di Sig. Enzo stava proprio sulla spiaggia.
Con un bel sorriso ci
ha accolto nella sua veranda all’aperto, vedevamo il mare e sentivamo il suo
profumo però, poco dopo siamo dovuti entrare in casa perché il rumore delle
onde mosse dal vento ci impediva di sentire il suo racconto. La casa era umile,
con pochi arredi e tantissimi attrezzi
per la pesca.
Sig. Enzo ci ha
raccontato come era la sua vita e il suo lavoro : ha iniziato a lavorare fin da
piccolo (aveva 6 o 7 anni). In quel periodo usciva in barca con suo padre per
andare a pescare e per lui era come un
gioco.
Osservando suo padre che armeggiava con le reti, ha imparato i trucchi
del mestiere e si è appassionato alla pesca.
Allora non si rendeva conto di
quanto fosse faticoso e così ha deciso
che da grande sarebbe stato anche lui un pescatore.
Suo padre gli diceva che
non era un lavoro facile, che non si guadagnava abbastanza e che forse avrebbe
fatto meglio a scegliere un altro mestiere, però l’amore per il mare era talmente grande che, appena ne ha avuto la
possibilità, ha comprato una barca e ha iniziato l’attività di pesca in
proprio.
In quel periodo il
mare era ricco di pesci : aragoste, astici, polpi, seppie e merluzzi.
Lui
praticava la pesca con le reti come suo padre, però usava anche le nasse e la
pesca a traina con le canne, così riusciva a pescare anche dentici e ricciole.
Era una vita molto faticosa: tutti i pomeriggi doveva uscire
in mare per gettare le reti e ogni mattina all’alba doveva andare riprenderle.
Ma il lavoro non finiva lì, una volta rientrato in porto doveva smagliare le
reti per liberare i pesci che erano rimasti impigliati e poi doveva ripiegarle
per rimetterle in mare al pomeriggio e così ogni santo giorno.
Mentre ci raccontava queste cose gli brillavano gli occhi, il
ricordo di suo padre e della sua giovinezza trascorsa in mare insieme a lui….
Quando ha
iniziato a parlare , abbiamo capito subito che era un po’ timido , infatti il
suo tono di voce era basso e tremolante.
Era difficile capire le sue
parole che, alle volte, venivano coperte dal rumore delle onde del mare. Nel
guardarlo ci è venuto subito in mente
che non era tanto giovane, le sue rughe
attiravano la nostra attenzione.
Aveva i capelli brizzolati, coperti da un
cappello blu che gli oscurava i grandi occhi scuri. Le sue grosse sopracciglia
nere incorniciavano il suo viso sereno.
Anche il
suo mento era rugoso.
Le sue guance,
invece, sembravano soffici. Guardavamo spesso le sue mani, erano grandi e
rugose, si vedeva che erano segnate dal suo lavoro come aggiustare le reti, le
nasse e gli altri attrezzi di lavoro.
I
suoi abiti ricordavano i colori del mare.
La maglietta blu come l’acqua e i pantaloni verdi.
Quando è
finita l’intervista, ci ha accompagnato a visitare le vecchie tonnare che
adesso sono state ristrutturate ed ospitano un ristorante.
All’esterno, abbiamo
fatto altre riprese con la telecamera
cercando di inquadrare le cose che ci sembravano più belle e importanti,
e abbiamo continuato a registrare i suoi racconti.
Sig. Enzo e’ stato molto
gentile e conoscerlo è stato un piacere.
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